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12/02/2018 |

I principi della fotografia

Con questa breve guida vorrei darvi le basi della fotografia, del perché una foto è chiara, o scura, del perché c'è dello sfocato in certe parti dell'immagine etc etc. Ovviamente non potrò essere esaustivo in tutti i vari punti ma spero di poter essere di aiuto per gli utenti più giovani o alle prime armi. Pensiamo a una fotografia come ad un passaggio di luce. Se ne passa troppa la foto diventa molto chiara o completa bianca, se ne passa troppo poca le foto è nera, o molto scura. E fin qui mi pare di aver presentato un concetto semplice per tutti. Dobbiamo sapere che dentro una reflex (ma anche nelle compatte) è presente un sensore dove rimane impressa l'immagine, un rettangolino di vari materiali, molto sensibile e molto delicato. Tanto che bisogna porre la massima attenzione quando cambiamo obiettivo..perchè anche il minimo granello di polvere rovina il risultato dello scatto. Quando scattiamo una foto possiamo agire in particolare su tre parametri: diaframma, tempo e ISO. Possiamo paragonare il diaframma a un tubo con una cerca larghezza, che si allarga e restringe. Ora immaginiamo che in questo tubo ci debba passare dell'acqua. L'acqua la paragoniamo alla luce. Più il tubo è grande più passa acqua. Più il diaframma è grande più passa luce. Supponiamo di dover riempire un bicchiere fino all'orlo di acqua senza eccedere. Se il tubo è largo ci basta un tempo molto breve. Se il tubo è stretto magari servono anche parecchi secondi. In fotografia è la stessa cosa. Se utilizziamo un diaframma grande avremmo un tempo di scatto minore. Se utilizziamo un diaframma più chiuso dovremmo compensare con un tempo di scatto più lento. Tutto questo va compensato per avere una foto esposta correttamente alla luce, cioè in modo che l'acqua arrivi giusta a livello nel bicchiere. Sta a noi fotografi scegliere tempo e apertura, oppure lasciar fare alla macchina. Nella modalità A(Av su Canon), siamo a priorità di Apertura quindi sarà nostro compito scegliere l'apertura del diaframma mentre lasceremo alla macchina calcolare il giusto tempo di scatto. Nella modalità S(Tv su Canon), siamo a priorità di Tempo, quindi sceglieremo noi il tempo di scatto e la macchina sceglierà un'apertura idonea. Nella modalità M sceglieremo noi sia tempo che apertura. Per capire il giusto passaggio di luce la macchina ci suggerisce una corretta esposizione mostrandoci dei trattini dentro il mirino. Sta a noi cercare di far raggiungere il trattino centrale che, stando alle indicazioni della macchina, corrisponde all'esposizione corretta. Ovviamente, detto cosi, sembra che tutto sia fattibile sempre e in ogni condizione possibile. In realtà nel 90% dei casi non abbiamo tutte queste grandi possibilità perché dobbiamo considerare che se abbiamo una giornata di sole probabilmente ci sarà fin troppa luce e quindi dovremmo stare su tempo molto veloci e diaframmi più chiusi, mentre se siamo in condizioni di ombra, o di sera, o anche in luoghi chiusi con luci artificiali avremmo bisogno dei diaframmi più aperti possibile e di tempi di scatto più lunghi possibile per cogliere più luce. Ma ovviamente non è tutto qui: se siamo in condizioni di buio, penombra, ambienti interni, cioè se la luce non è tantissima, beh, dovremmo ricorrere all'aumento degli ISO. Cosa sono gli ISO? Gli ISO sono un'unità di misura che indica la sensibilità del sensore alla luce. Utilizzando ISO 200 ad esempio il sensore ha bisogno della metà della luce che avrebbe bisogno ad ISO 100 per effettuare la medesima fotografia. I valori ISO sono quindi direttamente collegati a tutti gli altri valori base della fotocamera. Ad esempio: se fotografate in priorità di apertura, il diaframma che impostate resta "bloccato" sul valore che gli date, e quindi aumentando gli ISO verrà aumentato il tempo dell'otturatore. Per esempio siete in determinate condizioni di luce e state scattando avendo impostato il diaframma a 2.8 e il tempo dell'otturatore che compare è 1/125 a 100 ISO, se impostate 200 ISO il tempo dell'otturatore verrà automaticamente aumentato a 1/250. E se impostate ISO 400 il tempo verrà incrementato a 1/500. Ognuno di questi passi si chiama "stop". Passando da ISO 100 a ISO 400 ho aumentato di 2 stop. E lo stesso dicasi per diaframmi e tempi. Per i diaframmi la scala segue i multipli di radice quadrata di 2 e i multipli di 2. Quindi i diaframmi possibili sono: 1.4 2 2.8 4 5.6 8 11 16 22 32 etc. Se siete alle prime armi, si può dire che l'ISO serva per "fare foto dove è più buio, senza avere foto mosse". Se ad esempio siete in un posto dove è abbastanza buio e a 100ISO per fare una foto (non scura) il tempo che dovete usare è ad esempio 1/15 e a questa velocità avrete una foto mossa, se impostate ISO1600 o ISO3200 il tempo dell'otturatore necessario per fare la foto sarà minore (ad esempio 1/250) e questo vi permetterà di fare la foto senza preoccuparvi di avere foto mosse. Ovviamente aumenta gli ISO porta con sé un brutto inconveniente: il rumore digitale. Più gli ISO sono alti maggiore sarà il rumore presente nelle foto. Con rumore intendiamo quei fastidiosi puntini di colore errato. Ogni supporto ha una sensibilità nativa (generalmente 50 o 100 ISO) alla quale il rapporto rumore/segnale è estremamente ridotto. Aumentando gli ISO le informazioni registrate devono essere amplificate, di conseguenza a parità di segnale ottenuto (già amplificato) il rumore aumenta e con lui anche il suo rapporto con il segnale. Tutto ciò origina via via un effetto granuloso sempre più marcato. Questo è il cosiddetto rumore di luminanza. Il rumore di crominanza risulta più evidente invece quando si effettuano lunghe esposizioni (di secondi o minuti) in quanto è fortemente influenzato dalle variazioni di temperatura del sensore. Si manifesta con singoli pixel, oppure zone più estese, dove la colorazione non è quella reale ma appare alterata: è molto fastidioso specialmente quando assume le tonalità del giallo e del verde che sono quelle percepite di più del nostro occhio. Ma torniamo al nostro diaframma e ai nostri tempi. A cosa serve avere un diaframma aperto (f/1.4) piuttosto che un diaframma chiuso(f22)? Beh, detta terra terra, il diaframma porta con sé il concetto di profondità di campo. Cioè scattando con un diaframma aperto la profondità di campo che otteniamo è molto ridotta. In pratica avremmo a fuoco esattamente l'area che richiediamo a fuoco più una piccola parte davanti a questa e una piccola parte dietro questa. Il resto via via sarà più sfocato. Un diaframma aperto quindi ci fa avere un area molto ridotta a fuoco. Un diaframma chiuso ci fa avere un'area a fuoco molto più grande. Ci basta fare alcune prove per capire il concetto. Mettiamo alcuni oggetti in fila davanti a noi a distanze diverse dalla fotocamera. Ad esempio mettiamo in piedi una decina di pastelli. Scattiamo una foto con il diaframma aperto al massimo (il massimo consentito dal nostro obiettivo. Quindi ad esempio f/2.8, f/3.5 etc.). Mettiamo ora a fuoco sul pastello centrale. Vedremo che avremmo a fuoco solo quel pastello mentre già il successivo ed il precedente saranno lievemente fuori fuoco. Mentre il primo e l'ultimo saranno praticamente completamente sfocati. Ora proviamo a vedere con un diaframma più chiuso. Ad esempio f/7.1, f/11 con le stesse modalità di scatto. Vedremo che avremmo a fuoco un'area più grande. Quindi ad esempio saranno a fuoco il pastello centrale e i due accanto, mentre i successivi(e precedenti) via via saranno sempre meno a fuoco. Proviamo infine con un diaframma chiuso al massimo. Ad esempio f/22, f/29. Qui avremmo a fuoco un'area parecchio grande, probabilmente anche tutti i pastelli. Consideriamo ora il tempo. Se utilizziamo tempi troppo lenti probabilmente i soggetti presenti nelle foto saranno mossi. Ad esempio per il ritratto di una persona si consiglia di non scendere mai sotto 1/60 di secondo perché altrimenti si rischia il mosso. Per congelare il passaggio di un'automobile di formula uno invece i tempi devono essere 1/2000 ad esempio o minori. Con tempi più lenti come 1/500, 1/250 si potrebbe creare del mosso.. che se involontario sicuramente provoca foto inutilizzabili, mentre, se volontario potrebbe essere un effetto carino e voluto dal fotografo: il cosiddetto mosso fotografico. Non ci resta che provare e riprovare. Questo è il trucco migliore. E se volete informazioni più dettagliate contattatemi per un corso di fotografia personalizzato lezioni.photography@webprog.it.

| 12 February | Article